Intervento di Chiara Signorini

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5 febbraio 2015 di sannipantarei

Il ruolo dei CEA in un sistema formativo territoriale integrato

Ripensare e riprogettare il ruolo di esperienze territoriali come i Centri di Educazione Ambientale  crediamo rappresenti un contributo molto importante al confronto e alla sperimentazione necessari a rispondere alle sfide educative e formative che viviamo in questo momento.

Le politiche e gli attori dell’educazione, dell’istruzione e della formazione, formale o non formale, sono ormai chiamati a un’azione congiunta rispetto a obbiettivi prioritari comuni: fornire ai cittadini di ogni età le adeguate competenze per potersi inserire nelle relazioni sociali e interpersonali e nella vita lavorativa, in maniera attiva e consapevole, pur vivendo in un contesto di estrema complessità, in continuo e rapidissimo cambiamento.

Dopo numerosi documenti ed atti a livello europeo questi obbiettivi sono ormai una pista di lavoro esplicitata anche dalla normativa del nostro Paese nella quale, con l’attuazione della legge 92/2012, per la prima volta in Italia si prevede l’esigibilità del diritto di ogni cittadino all’apprendimento permanente, inteso come il diritto di ogni persona ad apprendere in ogni fase della propria vita e in sedi e modalità diversificate (formali, non formali ed informali), ma anche il diritto a veder riconosciute e spendibili le competenze acquisite durante qualunque esperienza di vita, di formazione, di lavoro.

L’esigibilità di questo diritto comporta pertanto un capovolgimento di lettura prospettica, nella quale diviene fondamentale ripensare alla centralità dei servizi in funzione della centralità della persona, attraverso un sistema condiviso e territorialmente integrato che guidi il cittadino in una offerta formativa adeguata e permetta l’individuazione, la validazione e il riconoscimento del proprio patrimonio culturale e professionale.

In quest’ottica la legge 92/2012 individua le reti territoriali per l’apprendimenti permanente come strumento fondamentale per la governance di questo processo e successivi atti (Intesa Conferenza Unificate 20/12/12 e Accordo Conferenza Unificata 10/07/2014) ne declinano obbiettivi e modalità di organizzazione. In questa elaborazione crediamo si trovino molti spunti e indirizzi utili a ripensare le relazione e le finalità del patto educativo che dobbiamo rinnovare sui territori fra soggetti dell’educazione formale e non formale ed in particolare la necessità di lavorare congiuntamente al potenziamento delle competenze chiave per l’apprendimento permanente, di cui alla Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 2006 e declinate dal MIUR nel 2007, e per far questo lavorare anche all’ampliamento della platea dei soggetti a sostengo di questo processo, riconoscendo a ciascuno le proprie peculiarità e funzioni.

In questo quadro i CEA e le reti nei quali queste esperienze hanno operato rappresentano una realtà di grande valore per ripensare le Reti Territoriali reali, che dalla carta speriamo passino presto alla sperimentazione, senza ripartire da zero.

I CEA, infatti, hanno dimostrato di essere soggetti qualificati, agenzie formative attraverso le quali l’educazione non formale ha coprogettato e sperimentato con le scuole e gli altri soggetti dell’apprendimento formale, individuando obbiettivi comuni e confrontandosi sulle metodologie.

I CEA sono anche un contesto che offre opportunità di riflessione e sperimentazione educativa, attraverso la quale rafforzare le professionalità di questo settore; sono luoghi nei quali i cittadini, dai bambini egli adulti, possono trovare proposte di educazione e formazione non formale ed informale, fruibili anche nel proprio tempo libero; sono opportunità per incontrare l’associazionismo, fare esperienze di volontariato e di cittadinanza attiva, rappresentano cioè quei contesti di realtà estremamente utili a costruire e vedere in atto le competenze di cittadinanza.

Legambiente ha contribuito alla riflessione sulle Reti Territoriali presente nell’Accordo in Conferenza Unificata del 10 /07/2014, e ha avviato sul terreno della costruzione e valutazione delle competenze di cittadinanza alcune sperimentazioni. Questo percorso ci ha permesso di rafforzare la convinzione che la sfida dell’apprendimento permanente e dell’obbiettivo delle competenze chiave, comune a qualunque segmento del percorso di apprendimento, dall’infanzia alla terza età, impone a tutti i soggetti attivi in questo settore di ripensare la propria funzione e le proprie modalità di azione, innovando le metodologie e acquisendo maggiore consapevolezza e capacità di monitoraggio e valutazione dei processi e dei risultati. Ma la vera sfida è quella di ripensare e di sperimentare concretamente le modalità di interazione e collaborazione fra i vari attori di un sistema integrato, che riconosca i diversi contributi e condivida obbiettivi formativi, modalità di validazione e certificazione, sistemi di orientamento, in modo da proporre al cittadino un percorso coerente ed efficace, per vivere e guidare i cambiamenti.

Chiara Signorini

Legambiente Scuola & Formazione

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